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26 October 2016

La fibrillazione atriale

29 Ottobre - Giornata mondiale contro l'Ictus

Il 29 ottobre 2016 si celebra la nona edizione della Giornata Mondiale contro l’ictus cerebrale, l’iniziativa internazionale della World Stroke Organization, che anche quest’anno punta a sensibilizzare la popolazione l’importanza del riconoscimento precoce dei sintomi nonché della riabilitazione per le persone colpite da ictus.

In occasione di questa giornata, vi proponiamo un interessante articolo che parla della fibrillazione atriale, una delle cause più frequenti per l'insorgenza di Ictus.

Il cuore
è l'organo del corpo umano, che attraverso ogni suo movimento crea e coordina le funzioni vitali di ogni individuo. Una delle patologie cardiache più diffuse è la fibrillazione atriale, una patologia che colpisce una persona su quattro nel corso della sua vita. La fibrillazione atriale è la forma più diffusa di aritmia cardiaca. Le aritmie sono alterazioni del ritmo cardiaco che possono nascere in punti diversi del sistema di conduzione del cuore, compromettendo, in modo più o meno severo, la sua funzione di pompa.

Durante gli episodi di aritmia il cuore può battere troppo velocemente, troppo lentamente oppure con un ritmo irregolare.

Chi soffre di fibrillazione atriale può condurre una vita normale e attiva ed in alcuni pazienti la terapia riesce a ripristinare la frequenza cardiaca normale. Per chi è affetto da fibrillazione atriale cronica, la terapia (es. modifiche dello stile di vita, assunzione di farmaci specifici e nei casi peggiori anche interventi chirurgici), può contribuire al controllo dei sintomi e alla prevenzione delle complicazioni.
Durante la fibrillazione atriale la contrazione degli atri perde enormemente vigore e questo causa un ristagno di sangue che può essere a sua volta responsabile della formazione di un coagulo all’interno della camera.

Successivamente, questo coagulo (embolo) può spostarsi dal cuore e viaggiare all’interno dei vasi con il sangue fino a raggiungere il cervello (o un altro organo) interrompendone l’irrorazione e causando l’ictus (una cicatrice più o meno estesa del cervello che determina una perdita transitoria o perenne di alcune delle sue funzioni).

In alcuni casi la fibrillazione atriale può regredire da sola, entro poche ore dall’inizio; nella maggioranza dei pazienti l’aritmia dura nel tempo e tende a cronicizzarsi. Se la fibrillazione atriale viene riconosciuta dal paziente, è opportuno che questi si rechi dal medico entro poche ore dall’insorgenza dei sintomi